"Sale o scende?" la commedia esilarante in scena al teatro "L'Aura" sull'uomo e il suo riscatto

di Rosanna Pilolli 10/03/2016 ARTE E SPETTACOLO
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Sorprendenti sono le circostanze nelle quali l’uomo prende coscienza di sé, dei propri limiti e della zavorra psicologica che traina sulle sue spalle: un peso che non gli consentirà di vivere in completa unione con la sua natura e le sue aspirazioni. La scelta di lasciare emergere il buio dell’anima in una commedia esilarante tra le risate che suscitano le situazioni e proprio da queste risate, non  era una opzione facile. Vi riesce in piena armonia e divertimento il testo della rappresentazione che con il titolo “Sale o scende?” viene offerto sul palcoscenico del Teatro romano “L’Aura” fino al 13 marzo.

Nell’ascensore di un palazzo di città, luogo scomodo dal quale non si fugge facilmente tanto più che un guasto lo ha bloccato si trovano assediati alcuni  personaggi. Sono due uomini  due donne dai temperamenti estremi, tipi psicologici della umanità difficile dei nostri tempi: una ragazza malata immaginaria in preda alle sue manie di rifiuto, una giovane donna che si riconosce  soltanto nella continua offerta sessuale del proprio corpo vissuta come necessità esistenziale. E poi un ladro che si vanta di essere tale buttando in faccia ai presenti un linguaggio pieno di “c….zzi” e di “fanc….li”  e infine un prete in forte arretrato interiore con la Chiesa cattolica dell’oggi. Un ministro di se stesso dalle piccole regole esteriori fastidiosissimo nel chiamare tutti “figlioli”. 

Durante questo viaggio in ascensore che cosa potrebbe accadere?. I quattro personaggi sono preda dal proprio EGO che non avrebbe né porte né finestre. Eppure proprio la completa evidenza delle proprie caratteristiche umane, lo sbraco, il parlare apertamente di sé a  interlocutori sconosciuti che non si vedranno mai più (le confessioni al casuale compagno di viaggio durante i percorsi in  treno sono tipici) apriranno  ai quattro personaggi la strada di una coscienza nuova aderente ad un SE’ profondo e accantonato. Un giorno qualsiasi, dietro un qualunque angolo della vita può sorgere l’inaspettato giorno del riscatto. La commedia lascia emergere questo tema profondo che appartiene a tutti noi servendosi dello scoppio continuo delle risa che coglie lo spettatore posto di fronte ai “tic” al limite dei protagonisti.

I  quattro giovani attori guidati dai ritmi ben congegnati della regia di Luca Pennacchioni tengono ben stretto il pubblico divertendolo con tocchi puntuali espressi in ottimi tempi teatrali. La ragazza malata di nervi è interpretata da Alina Avagliano la cui sontuosità fisica e vocale,  i colori smaglianti del suo abbigliamento ricordano la pittura di Fernando Botero. La giovane “sessista” è ben rappresentata da Claudia Blaas la cui bellezza così lucente e tanto piena di mistero conferisce al personaggio una magia in più. Vincenzo Ciardo ha l’ottima corposità scenica del prete formalista, Alessio Salvatori, infine è ben capace di mostrare la fretta continua e furtiva di chi è ladro di professione (o purtroppo di circostanza).    


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